III lectio di P. Maurizio Teani sj – Venerdì 15 dicembre 2017
L’enigma e il senso della storia.
Una lettura del profetismo biblico – ISAIA
Testi di riferimento sono i capitoli dal 7 al 12 del libro di Isaia: il “libro dell’Emanuele”, Dio con noi.
Siamo nella seconda metà dell’ottavo secolo. Le tribù del Nord, tassate da Giuda, alla morte di Salomone chiesero a suo figlio Roboamo di alleggerire il peso fiscale. Roboamo lo negò e questo comportò una scissione per motivi di giustizia: lo scenario è quindi quello della difficoltà di fare fraternità.
Cap 7, 1-7
Contestualizzazione: la Siria era la superpotenza del tempo e dominava con forza. Il re di Siria e il re di Israele si erano alleati e avevano chiesto anche al re di Giuda di unirsi a loro, ma questi rifiutò e allora lo attaccarono. Quando ciò venne annunciato alla casa regnante, ci fu una reazione di sconcerto e di angoscia: Vs 2 Allora il suo cuore e il cuore del popolo si agitarono, come si agitano i rami del bosco per il vento.
- Noi oggi da quali minacce siamo agitati?
Vs 3 Seriasùb nome che significa ”un resto ritornerà”: è un segno di speranza. …Va’ incontro ad Acaz fino al termine del canale della piscina superiore … il luogo è doppiamente importante, sia perché in caso di assedio era necessario avere una riserva d’acqua, sia perché nelle vicinanze avveniva la consacrazione regale; ricorda inoltre la promessa fatta da Dio a Davide riguardo la continuità del suo regno. Ma questa promessa ora sembra messa in crisi dalla situazione che si è creata.
- Come viviamo noi oggi? Come ci sembra che sia messa in crisi la promessa?
Vs 9b ma se non crederete, non resterete saldi : il verbo aman significa essere sicuro, fondato; da questa radice viene amen, come anche Mammona.
- Su cosa fondiamo la nostra esistenza?
Il fondamento della nostra vita ha a che fare con ciò in cui crediamo e sicuramente tutti vivono di una qualche fede. Il punto è verificare se questa fede su cui basiamo la nostra vita rimane salda nei momenti meno favorevoli, quando facciamo fatica a rimanere in piedi. Qui è in gioco la verità della Parola di Dio e il fondamento della nostra vita: Gesù parla della casa costruita sulla roccia… ci invita a porre il nostro fondamento in Dio.
Cap 8, 5-10
Vs 5 “Poiché questo popolo ha rigettato le acque di Siloe, che scorrono piano, e trema per Rezìn e per il figlio di Romelia, per questo, ecco, il Signore gonfierà contro di loro le acque del fiume, impetuose e abbondanti… In Israele ci sono le piccole acque e poi c’è il grande fiume dell’Assiria, l’Eufrate. Questo sta a significare che i Giudei non si sono fidati e sono andati a cercare aiuto altrove. Queste parole ci invitano a fidarci di quel poco che Dio ci ha dato e che è garanzia di quello che Lui ha detto.
Tornando al vs 7, 10 leggiamo: Il Signore parlò ancora ad Acaz:” Chiedi per te un segno dal Signore tuo Dio…” Noi dobbiamo chiedere un segno al Signore: chiedere di avere occhi e intelligenza spirituale per cogliere la sua presenza tra di noi. Non chiedere un segno significa non avere fede che Dio possa aprire squarci di novità oggi.
- Quale segno viene dato qua?
Vs 14: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele. che rimanda alle parole del Vangelo di Lc 2, 10 Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia. Il segno è piccolo, sproporzionato rispetto alla realtà, ma è un segno di vita che sta sbocciando. Le fasce e la mangiatoia indicano che viene affidato alle mani dell’uomo. Se questo segno piccolo non viene accolto e non ci si prende cura di esso, non potrà crescere.
- Dove andiamo a cercare i segni di Dio? Abbiamo occhi e cuore attenti per riconoscere quei germi di novità che il Signore anche oggi ci dona e che possono crescere nella misura in cui ce ne facciamo carico?
Mt 1, 23 …Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emanuele, che significa Dio con noi. Il Vangelo di Matteo termina con Gesù risorto che dice ai suoi al vs 28, 20: Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Tutto il vangelo di Matteo è racchiuso tra queste espressioni ” con noi” – “con voi” e il tutto viene esplicitato dalle parole e dai gesti che Gesù compie.
I Magi, segno della sapienza orientale, sono persone in ricerca e anche loro faticano a trovare. La loro ricerca è accompagnata dalla stella e dal Libro. Finalmente, con perseveranza, arrivano ad una grotta, dove si stupiscono nel vedere una donna con il suo bambino appena nato.
Anche il Salmo 86, un salmo di supplica, si conclude dicendo al vs 17: Dammi un segno di benevolenza.
A Maria viene dato un segno: Lc 1, 36: Ecco, anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile…
Ecco = apri gli occhi… Maria è la credente capace di vedere un germoglio nel suo popolo, che ormai sembrava segnato dalla sterilità. La novità di Dio rimane nascosta e ci vuole l’occhio della fede per coglierla.
Cap 9, 1-6
Vs 1 Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce… nella notte in cui non si vede più nulla, la luce di Dio interviene, come nel cantico di Zaccaria, vedi Lc 1,78 …per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge…
Il motivo della luce che risplende nelle tenebre ha inciso nella scelta della data del Natale: corrisponde al giorno del solstizio, in cui le ore di luce cominciano ad aumentare. L’azione di Dio è quella di illuminare la notte dell’uomo e si concretizza nel portare la pace. Il realizzarsi della promessa dipende dalla risposta e dalle scelte che vengono prese dall’uomo.
La presenza di questo bambino è motivo di gioia, tema caro al Papa. La gioia del Vangelo, l’Amoris laetitia, è radicata nella coscienza dell’uomo, nella consapevolezza che non siamo orfani, ma siamo accompagnati, che dentro le tenebre c’è la luce, che dentro la nostra sterilità c’è un bambino.
Cap 11, 1-9
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici…
Iesse era il padre di Davide: il capitolo 11 inizia richiamando la discendenza del re al quale era stata fatta la promessa. L’immagine però è quella di un tronco tagliato che indica una situazione apparentemente senza futuro. In realtà proprio da questo tronco tagliato verrà fuori un germoglio: una cosa piccola all’inizio, ma una speranza, una novità che Dio innesta dentro i fallimenti dell’uomo.
Vs 9,2 … Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore, … in questi versetti vengono elencate alcune caratteristiche di questo bambino. Nella traduzione greca, posteriore a quella ebraica, è stata aggiunta la pietà di Dio e da qui sono stati individuati i 7 doni dello Spirito Santo. Queste dimensioni dovrebbero caratterizzare anche ciascuno di noi attraverso la potenza dello Spirito.
Nello specifico evidenziamo 3 di queste caratteristiche:
Sapienza: saper distinguere ciò che è bene da ciò che è male, leggere in profondità (da sapěre = gustare) saper gustare, distinguere ciò che è buono da ciò che è velenoso, corrisponde al discernimento.
Consiglio: prudenza nel ponderare le scelte … siate prudenti come serpenti, semplici come colombe.
Fortezza d’animo: capacità di non lasciarsi scoraggiare, di far fronte alle difficoltà.
Alla luce di questi testi, siamo chiamati, in questo periodo natalizio, a verificare quale sia il fondamento su cui ci basiamo, di chi ci fidiamo veramente.
Ricordiamo che la fede è la capacità di leggere quel poco che Dio ha messo nella nostra vita, perché fidandoci possiamo essere testimoni di cose impensabili.