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Proposte Spirituali Teani – 19 Ottobre 2018
Salmo 1
Domande
► Avverto l’esigenza di resistere a una certa mentalità «mondana», che rischia di occupare il mio cuore?
► Nel ritmo della mia giornata/settimana, quanto tempo passo in ciò che è dispersione? Dedico un tempo preciso all’ascolto della Parola di Dio?
► Intuisco la bellezza di radicare la mia vita nella Parola del Signore? Quali passi concreti posso fare in questa direzione?
► In base alle risonanze che il Salmo ha suscitato in me, cosa desidero dire al Signore?
Celebrazione degli impegni in CVX – Ad maiorem Dei gloriam
E’ stata molto intensa la partecipazione all’Eucarestia prefestiva di sabato 3 dicembre 2016, festa di San Francesco Saverio, durante la quale alcuni membri della nostra comunità hanno pronunciato l’impegno.
Ma cos’è l’impegno?
Chi appartiene alla CVX vive la propria spiritualità tenendo come punto di riferimento la comunità, essenziale nell’aiutare ciascuno a crescere nella fedeltà alla propria vocazione e missione.
Durante il cammino di formazione, la comunità, appunto, propone ai nuovi membri di discernere in merito alla loro volontà di proseguire il cammino, chiedendo se hanno riconosciuto la CVX come propria vocazione all’interno della Chiesa. Chi dà risposta positiva pronuncia l’impegno temporaneo e dopo alcuni anni, sempre con un discernimento personale e comunitario e non prima di aver vissuto l’esperienza degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio, assume l’impegno permanente nella comunità.
L’impegno temporaneo esprime il desiderio di vivere il proprio presente secondo lo stile della CVX e di ricercare con determinazione la volontà di Dio, utilizzando gli strumenti ignaziani. Questa decisione non è facile da prendere per tutti, perché ci si preoccupa di non riuscire a restare coerenti. In realtà si tratta solo di un punto di partenza per un cammino nuovo, che va più in profondità nella sequela di Cristo secondo lo stile CVX. La comunità ha il compito di ricordare che si tratta di capire quale risposta desideriamo dare ad un Signore che ci ama e ci chiama così come siamo.
Qualcuno teme di legarsi attraverso l’impegno permanente con un laccio che appesantisce la vita, prendendo una decisione che compromette la propria libertà. È frutto di un cammino rendersi conto che si è liberi nella misura in cui si sa dare alla propria vita l’orientamento che risponde ai desideri più profondi del proprio cuore. “Permanere – diceva Umberto Bovani, ex-presidente della CVX nazionale – significa osare ed andare fino in fondo, non sostare sulla soglia. E’ atto di responsabilità”. E’ come l’atto di fiducia che Maria ci testimonia con il suo “Sì” alla proposta dell’Angelo, diventando per ciascun membro della CVX modello della nostra risposta alla chiamata.
E’ alla luce di questo che sabato 3 dicembre 2016, dopo uno specifico percorso di formazione, Maria Cristina, Maria Novella, Mario e Stefano hanno pronunciato il loro impegno temporaneo,
mentre Miett e Patrizia hanno assunto l’impegno permanente. Con emozione, a stento celata, la coordinatrice ha chiamato a presentarsi alla comunità e alla chiesa locale riunita per la celebrazione eucaristica le persone che avevano manifestato la volontà di impegnarsi. Insieme, prima gli uni, poi le altre hanno pronunciato la formula specifica per ciascun impegno mentre subito dopo gli altri membri presenti della comunità hanno rinnovato il proprio impegno preso anni fa.
Al termine della Messa è stato consegnato a ciascuno un segno:
- a chi ha preso l’impegno temporaneo una piccola chiave a significare la disponibilità ad aprire senza paura il cuore al Signore;
- a chi ha preso quello permanente un anello che porta inciso il Padre Nostro per suggerire la fraternità.
La celebrazione è stata presieduta da P.Massimo Tozzo SJ, assistente della CVX di Bergamo; hanno concelebrato Mons.Gianni Carzaniga, parroco di S. Alessandro in Colonna (che dopo la partenza dei Padri Gesuiti conduce la chiesa di S. Giorgio) e Don Tullio.
Il 3 dicembre è la festa di S.Francesco Saverio, uno dei primi compagni di Ignazio di Loyola, annunciatore del Vangelo e modello della missione: il suo scopo era quello di far crescere il nome di Gesù Cristo tra i popoli che non lo conoscevano. Voleva far sì che gli uomini conoscessero il loro Creatore e che il Creatore fosse glorificato dalle Sue creature.
È questo il motivo che ci ha spinti a scegliere questo giorno per la celebrazione degli impegni: che la nostra missione sia realmente un a festa, volta al raggiungimento della Maggior Gloria di Dio Padre (Ad maiorem Dei gloriam).
Giornata con P. Spartaco – 13 novembre 2016
Aspettavamo con ansia questa giornata, poiché più volte avevamo invitato “il nostro padre Spartaco” a ritornare a Bergamo, dove era stato per circa 10 anni come Direttore del Centro Giovanile San Giorgio.
Nostro, perché ha rappresentato per ciascuno di noi quell’incontro che ti cambia la vita, perché ti sorprende nella tua quotidianità senza creare false speranze o utopie irrealizzabili. Arrivato nel 1991 a Bergamo, è entrato in punta di piedi nella nostra comunità, ascoltando, osservando, non imponendo alcun modello prestabilito di apostolato.
Una persona di gran cuore, capace di ricordarsi il compleanno di ciascuno e di avere sempre il tempo per incontrare chi stava attraversando qualche difficoltà fisica o interiore.
E’ proprio per questa sua umanità accogliente e gioviale che è riuscito a conquistare la nostra fiducia e ci ha reso disponibili all’ascolto a alla realizzazione di nuove proposte comunitarie, che hanno portato alla nascita della CVX di Bergamo.
P.Spartaco ha posto il seme della Parola nel cuore di ciascuno e ha saputo aspettare con pazienza che morisse per portare frutto.
Così l’invito ai giovani degli anni 90 di andare a Napoli per partecipare ad un convegno CVX, dal quale erano poi tornati abbastanza scettici e poco convinti sulla concretezza della spunti ricevuti. Veramente negli anni successivi questo seme è diventato desiderio e successivamente scelta consapevole di appartenere ad una comunità di vita cristiana.
Più volte negli ultimi tempi avevamo provato ad invitarlo, ma per vari motivi aveva sempre rimandato. Ormai non ci speravamo più, dato che le sue condizioni di deambulazione ultimamente erano peggiorate.
Invece una sua telefonata ci ha riempiti di gioia quando abbiamo appreso la sua volontà di venirci a trovare a Bergamo il 13 novembre. Ci siamo subito attivati spargendo la notizia della sua visita tra tutti coloro che lo avevano conosciuto.
Finalmente ecco il gran giorno: Cesare e Paolo sono partiti di buon’ora e sono andati a prenderlo a Padova, dove risiede in una casa di riposo gestita dalla Fondazione OIC (Opera Immacolata Concezione). Che gioia alle 10.00 vederlo varcare felice il cancello del Centro S. Giorgio, dove ad attenderlo c’erano tutti, i suoi ragazzi, ormai cresciuti, e i loro genitori diventati nonni.
Dopo una calda accoglienza tra tanti volti amici, ci siamo preparati per la Santa Messa, radunandoci nella nostra ex cappella, dove avevamo pregato insieme e condiviso le feste per la Prima Comunione dei nostri figli. Oggi questo spazio è diventato una sala giochi per i ragazzi della Fabbrica dei Sogni, ma quel giorno sembrava di essere tornati indietro di qualche anno, perché in cappella si respirava uno spirito di comunità come ai bei tempi.
P.Spartaco si è commosso e l’ha più volte ripetuto durante l’omelia, sorprendendoci col suo timbro di voce ancora “potente”, nonostante i suoi 89 anni: il microfono non è servito e le sue parole hanno raggiunto il cuore di tutti, anche di coloro che si erano sistemati in fondo alla cappella.
Dopo la Messa, ci siamo riuniti tutti per condividere un pranzo, che è risultato abbondante e vario per la generosa collaborazione di tutti.
A tavola P. Spartaco ha scambiato familiarmente con ciascuno di noi, come ai vecchi tempi, quattro chiacchiere e i “vecchi ricordi” sono riemersi con profonda e sincera gratitudine.
Ci siamo lasciati a malincuore, ma con la promessa che ci rivedremo a Padova per festeggiare i suoi 90 anni tutti insieme.
Marianna
SOLO UNA TUA PAROLA – Itinerario di preghiera ignaziana
I padri Gesuiti hanno lasciato la residenza di Bergamo da pochi giorni: una partenza annunciata da anni, conseguenza della riduzione del numero di vocazioni, ma che che non vuole essere un abbandono.
Dal 2006, con l’istituzione della Fondazione San Giorgio, la Compagnia di Gesù ha intessuto una sempre più stretta collaborazione con i laici formati alla spiritualità ignaziana, affidando progressivamente loro la gestione del Centro Giovanile.
Da anni qui non è più presente un Padre, ma è assicurata la continuità della cura di quanti aderiscono al carisma ignaziano attraverso incontri formativi periodici, concordati con un gesuita residente a Milano. Quest’anno la formazione si è incentrata sulle radici ignaziane della CVX, la Comunità di Vita Cristiana, per il desiderio di alcuni di assumere l’impegno in essa. Così gli incontri, che hanno coinvolto anche la comunità di Milano, hanno presentato: “Le fonti ignaziane della CVX: gli esercizi spirituali” (P. Massimo Tozzo); “Appartenere e permanere nella comunità: l’impegno come dono di sé” (Marina Villa); “Andare alle frontiere: la dimensione apostolica dell’impegno del laico ignaziano” (Filippo Cecchini Manara); “Comunità locale e comunità mondiale: lo spirito universale di Ignazio e dei primi compagni “(P. Massimo Tozzo e due membri della CVX).
Con la partenza dei Gesuiti la chiesa di San Giorgio torna ad essere officiata dai sacerdoti della Parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna, ed è desiderio comune al Parroco e ai laici frequentanti che si mantenga in questo luogo la peculiarità dell’ispirazione ignaziana, che vi ha abitato fin dal 1874.
E’ così che, con la collaborazione dell’ufficio Diocesano Tempi dello Spirito, inizia un percorso di preghiera con metodo ignaziano. Le date degli incontri sono:
giovedì 17 novembre
giovedì 16 febbraio
giovedì 4 maggio
I tre incontri si terranno dalle ore 20.45 alle 22 e saranno guidati in San Giorgio da padre Massimo Tozzo, assistente della CVX bergamasca residente nella comunità di San Fedele a Milano, coordinatore degli Esercizi Spirituali del Nord Italia.
Contemporaneamente, in collaborazione con i gruppi di Lettura Continua della Parola, la proposta sarà presentata nel Vicariato della Val Imagna nella Chiesa Parrocchiale di Bedulita da don Antonio Perico e nella Parrocchia di Alzano Maggiore, nella Chiesa dell’Immacolata, da don Filippo Tomaselli.
Maria Scaglia Alberti
Convegni Nazionali CVX
Convegno Nazionale CVX-LMS (Reggio Calabria – 2016)
Convegno Nazionale CVX-LMS (Frascati – 2015)
Convegno Nazionale CVX-LMS (Assisi – 2014)
Convegno Nazionale CVX-LMS (Roma – 2013) – I 450 anni della CVX
Convegno Nazionale 2016 – Armo (Reggio Calabria) – 1 Novembre 2016
UN CUORE
dal Cimitero dei Migranti
Ti rendiamo grazie, Padre che sei Misericordia Fedeltà Giustizia Pace!
Siamo giunti qui da tante parti di Italia, qualcuno è venuto da più lontano. Siamo qui per incontrarTi e per rispondere alla tua Chiamata, ognuno di noi porta una pietra su cui è scritto il proprio nome.
La pietra è segno di stabilità, di presenza, di vita che non sfiorisce, ma porta con sé anche la durezza del nostro cuore che in questi giorni abbiamo riconosciuto nella preghiera e nello scambio reciproco a partire dalla Rivoluzione della Tenerezza.
A volte gettiamo contro gli altri l’asperità del nostro quotidiano; a volte tendiamo a metterci insieme per lapidare con i nostri giudizi, per condannare con i nostri rigidi schemi, per emarginare con il nostro senso di dominio.
Questo luogo testimonia il male che l’uomo può portare contro un altro uomo.
Noi ti chiediamo perdono, Padre della Vita, per l’ingiustizia che alimentiamo coi nostri silenzi e con la nostra indifferenza: concedi, attraverso il tuo Amore ricco di Misericordia, che le pietre che, a capo chino, deponiamo sulla terra che accoglie questi nostri fratelli, cui abbiamo sottratto la Speranza, possano diventare terreno fertile su cui far fiorire il Futuro: concedi che da questa terra possiamo ri-esistere, misurando la nostra vita con i Tuoi Sogni, Tu che sei PaMama Dios di generazione in generazione.
Amen!
Canto di Giobbe
Io lo so che il mio Signore è vivo
e che un giorno ritornerà;
quando la mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne Dio vedrò.
Io lo vedrò, io stesso lo contemplerò
e non sarò uno straniero
e nell’attesa il mio cuore si consuma.
La festa di sabato 8 ottobre 2016 al Centro San Giorgio
E’ stato scelto un giorno qualsiasi nell’autunno, all’inizio dell’anno sociale, per fare festa al Centro San Giorgio, quasi a dire che un’azione di grazie si può compiere sempre, non ha bisogno di un giorno particolare.
Perché festa?
Per festeggiare i 25 anni di esistenza della CVX a Bergamo.
Voluta da padre Spartaco Galante SJ nel 1991, la Comunità di Vita Cristiana aveva coinvolto dapprima i giovani di allora, gli attuali over 45, e subito dopo gli adulti. Con il suo carattere gioviale e le sue capacità di formatore, Spartaco era riuscito a introdurre di nuovo e a far apprezzare gli strumenti tipici della spiritualità ignaziana: gli esercizi spirituali, la preghiera sulla Parola e l’accompagnamento spirituale. E se è vero che in quegli anni il Centro giovanile si stava spopolando è inconfutabile che l’introduzione di questa “vecchia novità” ha fornito la base su cui si è andato costruendo il nuovo Centro Giovanile: dal Progetto San Giorgio, scritto da una commissione incaricata di pensare un futuro possibile per quel luogo, all’associazione “Fabbrica dei Sogni”, fino alla Fondazione San Giorgio, istituita nel 2006 e alla sua nuova versione in via di formulazione.
Festa anche per salutare la Compagnia di Gesù che formalmente stava per lasciare Bergamo.
Quando ero arrivata a Bergamo, nel 1982, al Centro c’erano tre padri a tempo pieno; Spartaco è stato l’ultimo a lasciare. Dopo di lui abbiamo avuto soltanto Gesuiti “prestati” dagli istituti di Milano di Villa Pizzone o di San Fedele.
A presidiare la chiesa sono rimasti fino all’inizio di novembre p. Diego Brunello, superiore, e p. Rossini, che per anni era stato missionario in Brasile, coadiuvati da f. Orlando Zanatta.
L’8 ottobre intorno all’altare sono convenuti a concelebrare altri gesuiti che nel tempo avevano avuto un ruolo per i Bergamaschi.
P. Giangiacomo Rotelli, cui molti sono rimasti affezionati per la sua capacità di ascoltare e di dire poche parole, ma … quelle di cui ciascuno ha bisogno. Era stato dapprima superiore, poi primo presidente della Fondazione San Giorgio.
P. Roberto Boroni, viceprovinciale del Nord Italia all’inizio degli anni 2000: era stato lui a dare l’avvio alla responsabilità laica nella gestione del Centro giovanile.
P. Nicola Gay, succeduto nella presidenza della Fondazione a Giangiacomo, ha seguito con discrezione l’evoluzione della realtà bergamasca.
P. Maurizio Teani, bergamasco cresciuto nel Centro giovanile; negli anni ’70 seguiva la formazione dei ragazzi; per anni ha insegnato Teologia all’università di Cagliari ed ora è superiore a San Fedele.
Sull’altare c’erano anche p. Francesco Cavallini, giovane gesuita bergamasco e il cappuccino Marcello Longhi, che aveva frequentato il centro giovanile.
Altri padri, impossibilitati ad essere presenti, hanno inviato il loro saluto: Pino Amigoni, apprezzatissimo dai ragazzi negli anni ’70, Giovanni Giacomelli, profondo nella sua essenzialità, Roberto Gazzaniga, che fu superiore e direttore, Spartaco Galante, amato dai giovani e dai meno giovani, Sandro Mattaini, precedente assistente della CVX, Claudio Barretta, vice-provinciale, Massimo Nevola, assistente nazionale della CVX.
E’ stata anche l’occasione per inaugurare la mostra sulla storia di San Giorgio che i ragazzi grandi della Fabbrica dei Sogni hanno preparato in alcuni mesi di lavoro, consultando vecchi diari, verbali e album di fotografie ingiallite.
Tutto è stato coronato dall’apericena, la cena multietnica divenuta tradizionale, preparata dalle mamme dei ragazzi della Fabbrica con i cibi delle loro terre di origine.
Quella sera eravamo veramente tanti, di età diverse, a testimoniare il valore dell’opera svolta in 140 anni dalla Compagnia di Gesù a Bergamo.
E’ stato emozionante cogliere sui volti e negli sguardi il piacere di incontrare persone che non si vedevano da anni, ma che erano state importanti nel percorso di vita di ciascuno.
Alcuni si sono fermati a ricordare i bei tempi andati; altri, sollecitati dalla presenza dei ragazzi e delle mamme della Fabbrica, si sono spinti a chiedere quale sia l’attuale attività che si svolge a San Giorgio, quali difficoltà, quali prospettive.
E qualcuno ha detto: “Doveva morire quello che c’era perché nascesse quello che c’è ora”.