SOLO UNA TUA PAROLA – Itinerario di preghiera ignaziana
I padri Gesuiti hanno lasciato la residenza di Bergamo da pochi giorni: una partenza annunciata da anni, conseguenza della riduzione del numero di vocazioni, ma che che non vuole essere un abbandono.
Dal 2006, con l’istituzione della Fondazione San Giorgio, la Compagnia di Gesù ha intessuto una sempre più stretta collaborazione con i laici formati alla spiritualità ignaziana, affidando progressivamente loro la gestione del Centro Giovanile.
Da anni qui non è più presente un Padre, ma è assicurata la continuità della cura di quanti aderiscono al carisma ignaziano attraverso incontri formativi periodici, concordati con un gesuita residente a Milano. Quest’anno la formazione si è incentrata sulle radici ignaziane della CVX, la Comunità di Vita Cristiana, per il desiderio di alcuni di assumere l’impegno in essa. Così gli incontri, che hanno coinvolto anche la comunità di Milano, hanno presentato: “Le fonti ignaziane della CVX: gli esercizi spirituali” (P. Massimo Tozzo); “Appartenere e permanere nella comunità: l’impegno come dono di sé” (Marina Villa); “Andare alle frontiere: la dimensione apostolica dell’impegno del laico ignaziano” (Filippo Cecchini Manara); “Comunità locale e comunità mondiale: lo spirito universale di Ignazio e dei primi compagni “(P. Massimo Tozzo e due membri della CVX).
Con la partenza dei Gesuiti la chiesa di San Giorgio torna ad essere officiata dai sacerdoti della Parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna, ed è desiderio comune al Parroco e ai laici frequentanti che si mantenga in questo luogo la peculiarità dell’ispirazione ignaziana, che vi ha abitato fin dal 1874.
E’ così che, con la collaborazione dell’ufficio Diocesano Tempi dello Spirito, inizia un percorso di preghiera con metodo ignaziano. Le date degli incontri sono:
giovedì 17 novembre
giovedì 16 febbraio
giovedì 4 maggio
I tre incontri si terranno dalle ore 20.45 alle 22 e saranno guidati in San Giorgio da padre Massimo Tozzo, assistente della CVX bergamasca residente nella comunità di San Fedele a Milano, coordinatore degli Esercizi Spirituali del Nord Italia.
Contemporaneamente, in collaborazione con i gruppi di Lettura Continua della Parola, la proposta sarà presentata nel Vicariato della Val Imagna nella Chiesa Parrocchiale di Bedulita da don Antonio Perico e nella Parrocchia di Alzano Maggiore, nella Chiesa dell’Immacolata, da don Filippo Tomaselli.
Maria Scaglia Alberti
Convegni Nazionali CVX
Convegno Nazionale CVX-LMS (Reggio Calabria – 2016)
Convegno Nazionale CVX-LMS (Frascati – 2015)
Convegno Nazionale CVX-LMS (Assisi – 2014)
Convegno Nazionale CVX-LMS (Roma – 2013) – I 450 anni della CVX
Convegno Nazionale 2016 – Armo (Reggio Calabria) – 1 Novembre 2016
UN CUORE
dal Cimitero dei Migranti
Ti rendiamo grazie, Padre che sei Misericordia Fedeltà Giustizia Pace!
Siamo giunti qui da tante parti di Italia, qualcuno è venuto da più lontano. Siamo qui per incontrarTi e per rispondere alla tua Chiamata, ognuno di noi porta una pietra su cui è scritto il proprio nome.
La pietra è segno di stabilità, di presenza, di vita che non sfiorisce, ma porta con sé anche la durezza del nostro cuore che in questi giorni abbiamo riconosciuto nella preghiera e nello scambio reciproco a partire dalla Rivoluzione della Tenerezza.
A volte gettiamo contro gli altri l’asperità del nostro quotidiano; a volte tendiamo a metterci insieme per lapidare con i nostri giudizi, per condannare con i nostri rigidi schemi, per emarginare con il nostro senso di dominio.
Questo luogo testimonia il male che l’uomo può portare contro un altro uomo.
Noi ti chiediamo perdono, Padre della Vita, per l’ingiustizia che alimentiamo coi nostri silenzi e con la nostra indifferenza: concedi, attraverso il tuo Amore ricco di Misericordia, che le pietre che, a capo chino, deponiamo sulla terra che accoglie questi nostri fratelli, cui abbiamo sottratto la Speranza, possano diventare terreno fertile su cui far fiorire il Futuro: concedi che da questa terra possiamo ri-esistere, misurando la nostra vita con i Tuoi Sogni, Tu che sei PaMama Dios di generazione in generazione.
Amen!
Canto di Giobbe
Io lo so che il mio Signore è vivo
e che un giorno ritornerà;
quando la mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne Dio vedrò.
Io lo vedrò, io stesso lo contemplerò
e non sarò uno straniero
e nell’attesa il mio cuore si consuma.
La festa di sabato 8 ottobre 2016 al Centro San Giorgio
E’ stato scelto un giorno qualsiasi nell’autunno, all’inizio dell’anno sociale, per fare festa al Centro San Giorgio, quasi a dire che un’azione di grazie si può compiere sempre, non ha bisogno di un giorno particolare.
Perché festa?
Per festeggiare i 25 anni di esistenza della CVX a Bergamo.
Voluta da padre Spartaco Galante SJ nel 1991, la Comunità di Vita Cristiana aveva coinvolto dapprima i giovani di allora, gli attuali over 45, e subito dopo gli adulti. Con il suo carattere gioviale e le sue capacità di formatore, Spartaco era riuscito a introdurre di nuovo e a far apprezzare gli strumenti tipici della spiritualità ignaziana: gli esercizi spirituali, la preghiera sulla Parola e l’accompagnamento spirituale. E se è vero che in quegli anni il Centro giovanile si stava spopolando è inconfutabile che l’introduzione di questa “vecchia novità” ha fornito la base su cui si è andato costruendo il nuovo Centro Giovanile: dal Progetto San Giorgio, scritto da una commissione incaricata di pensare un futuro possibile per quel luogo, all’associazione “Fabbrica dei Sogni”, fino alla Fondazione San Giorgio, istituita nel 2006 e alla sua nuova versione in via di formulazione.
Festa anche per salutare la Compagnia di Gesù che formalmente stava per lasciare Bergamo.
Quando ero arrivata a Bergamo, nel 1982, al Centro c’erano tre padri a tempo pieno; Spartaco è stato l’ultimo a lasciare. Dopo di lui abbiamo avuto soltanto Gesuiti “prestati” dagli istituti di Milano di Villa Pizzone o di San Fedele.
A presidiare la chiesa sono rimasti fino all’inizio di novembre p. Diego Brunello, superiore, e p. Rossini, che per anni era stato missionario in Brasile, coadiuvati da f. Orlando Zanatta.
L’8 ottobre intorno all’altare sono convenuti a concelebrare altri gesuiti che nel tempo avevano avuto un ruolo per i Bergamaschi.
P. Giangiacomo Rotelli, cui molti sono rimasti affezionati per la sua capacità di ascoltare e di dire poche parole, ma … quelle di cui ciascuno ha bisogno. Era stato dapprima superiore, poi primo presidente della Fondazione San Giorgio.
P. Roberto Boroni, viceprovinciale del Nord Italia all’inizio degli anni 2000: era stato lui a dare l’avvio alla responsabilità laica nella gestione del Centro giovanile.
P. Nicola Gay, succeduto nella presidenza della Fondazione a Giangiacomo, ha seguito con discrezione l’evoluzione della realtà bergamasca.
P. Maurizio Teani, bergamasco cresciuto nel Centro giovanile; negli anni ’70 seguiva la formazione dei ragazzi; per anni ha insegnato Teologia all’università di Cagliari ed ora è superiore a San Fedele.
Sull’altare c’erano anche p. Francesco Cavallini, giovane gesuita bergamasco e il cappuccino Marcello Longhi, che aveva frequentato il centro giovanile.
Altri padri, impossibilitati ad essere presenti, hanno inviato il loro saluto: Pino Amigoni, apprezzatissimo dai ragazzi negli anni ’70, Giovanni Giacomelli, profondo nella sua essenzialità, Roberto Gazzaniga, che fu superiore e direttore, Spartaco Galante, amato dai giovani e dai meno giovani, Sandro Mattaini, precedente assistente della CVX, Claudio Barretta, vice-provinciale, Massimo Nevola, assistente nazionale della CVX.
E’ stata anche l’occasione per inaugurare la mostra sulla storia di San Giorgio che i ragazzi grandi della Fabbrica dei Sogni hanno preparato in alcuni mesi di lavoro, consultando vecchi diari, verbali e album di fotografie ingiallite.
Tutto è stato coronato dall’apericena, la cena multietnica divenuta tradizionale, preparata dalle mamme dei ragazzi della Fabbrica con i cibi delle loro terre di origine.
Quella sera eravamo veramente tanti, di età diverse, a testimoniare il valore dell’opera svolta in 140 anni dalla Compagnia di Gesù a Bergamo.
E’ stato emozionante cogliere sui volti e negli sguardi il piacere di incontrare persone che non si vedevano da anni, ma che erano state importanti nel percorso di vita di ciascuno.
Alcuni si sono fermati a ricordare i bei tempi andati; altri, sollecitati dalla presenza dei ragazzi e delle mamme della Fabbrica, si sono spinti a chiedere quale sia l’attuale attività che si svolge a San Giorgio, quali difficoltà, quali prospettive.
E qualcuno ha detto: “Doveva morire quello che c’era perché nascesse quello che c’è ora”.
Maria
Mi ha attratto la proposta di far camminare insieme fede e vita, come la pianta del corbezzolo che porta contemporaneamente fiori e frutti.
Il valore aggiunto della vita comunitaria, con la possibilità di confrontarmi e di avere una correzione fraterna, mi ha fatto capire che la proposta era per me.
Ho sempre sentito il bisogno di condividere i miei ideali con amici, il bisogno di trovare sostegno e forza per testimoniare nella società i valori in cui credo, convinta che possano portare a ciascuno verità e pienezza di vita, ma consapevole della mia debolezza.
Durante le serate di condivisione mi capita, ascoltando qualcuno dei compagni, di scoprire in lui le mie stesse fragilità; allora capisco il valore della comunità: il luogo dove posso crescere a partire da quello che sono e non da quello che vorrei essere.
Laura
Sono entrata in CVX a 20 anni, quando ancora a Bergamo la comunità era costituita da 2 gruppi: io ero la più giovane del gruppo “giovani”.
La Comunità mi ha accompagnato negli anni dell’Università e mi ha aiutato a capire quali fossero le scelte importanti per la mia vita.
Oggi mi sostiene nel mio essere donna in cammino e so che qui posso trovare sostegno e comprensione come se fossi in famiglia, con la certezza di un sincero interesse per il Magis.
Rosanna
Da molti anni frequento il Centro S. Giorgio e i percorsi spirituali che nel corso degli anni i padri Gesuiti hanno proposto.
L’inizio del cammino di CVX è stato per me lo sbocco naturale ad anni di preparazione che l’avevano preceduto, non come punto di arrivo, ma come un percorso strutturato e inserito in un ambito più ampio; mi sento nel “mondo CVX” in cammino con tanti altri.
L’incontro di comunità è per me un momento mio, durante il quale riesco a lasciare tutto ciò che le giornate mi riservano.
Mi piace molto il sentire comune e la condivisione spontanea e arricchente che molto spesso mi porto a casa.
Carla
Ho conosciuto i Padri Gesuiti in occasione della Prima Comunione del mio primogenito alcuni decenni or sono e da allora, passo dopo passo (lectio dopo lectio, EVO, catechesi, gruppi familiari), sono approdata alla CVX per invito di Padre Spartaco Galante.
Rispondere è stato facile perché ho colto che mi era data l’opportunità di continuare quel cammino su cui ero già stata indirizzata arricchendolo dell’amore e del supporto “di” e ”per” altre sorelle e fratelli in Cristo.
Per me sperimentare questa fratellanza, riflesso dell’amore del Padre, non solo nel mio gruppo, ma anche in tutti quelli che ho avuto occasione di incontrare durante i Convegni o le Giornate regionali, è stato decisivo per allargare il mio cuore verso coloro che incontro nel servizio.
Guido
Quando penso a come e perché sono entrato in CVX, mi sembra naturale dire che è stato per caso. Perché lo svolgersi degli avvenimenti ti porta a vivere istanti che sembrano fortuiti, a incontrare persone diverse che portano nella tua vita idee e sensazioni che non avevi mai provato, ma tutto sembra avvenga senza un tuo intervento.
Voglio dire che non avrei conosciuto la CVX se non fossi venuto ad abitare vicino alla chiesa di San Giorgio, non avessi avuto mia moglie che iniziò a frequentare la lectio di padre Rotelli, sollecitando il mio desiderio di ascoltarlo, di vivere un momento di tensioni a livello sociale ed economico che invitava a penetrare più a fondo il senso della nostra vita.
Più vado avanti in questa riflessione, pur banale ed affrettata, e più mi rendo conto che i momenti che ho vissuto sono casuali, ma c’era qualcosa che li ha fatti volgere verso una meta.
Voglio ricordare ciò che mia moglie Carla racconta ai nostri numerosi nipoti riguardo ai primi tempi della nostra vita di coppia:
“Eravamo studenti del Liceo Scientifico di ritorno dalla Festa della Neve che si svolgeva a Foppolo; io e il nonno (che sarei io) eravamo seduti vicini e io ero molto impressionata dal suo maglione giallo. Una volta a casa tolsi il mio maglione e vidi che i fili rossi del mio si erano intrecciati con quelli gialli del suo: visto come sono andate le cose, l’intreccio di quei fili di lana è stato profetico”.
Aver trovato nel nostro cammino di vita i Padri gesuiti, gli amici della Comunità con i quali condividere le nostre ansie, le nostre gioie, il sentimento di amicizia che è alimentato dalla fede e dalla preghiera comune è qualcosa che mi è stato donato, ma credo di aver contribuito con le mie scelte a fare in modo che i fili che tessiamo con la nostra appartenenza alla CVX siano il legame col Signore.
Marianna
Da anni appartengo alla Comunità di Vita Cristiana di Bergamo, alla quale ho aderito, come molte altre persone, su invito di P. Spartaco Galante.
Dapprima non ero pienamente convinta, ma con il passare degli anni la mia appartenenza si è consolidata attraverso la maggiore conoscenza dei Principi Generali della CVX.
Ci sono momenti nei quali mi sento contenta e piena di slancio, ma ci sono anche giornate in cui sperimento dei piccoli fallimenti, inaspettatamente proprio nell’amare le persone che mi stanno accanto.
La condivisione e la comunione dell’esperienza della Parola meditata con la mia comunità mi aiutano a ritrovare la fiducia e la speranza per vivere la mia quotidianità con gratitudine.